Appena fuori Porta Vesuvio sono state scavate alcune tombe di una necropoli. Di notevole interesse è la tomba dell’edile Caio Vestorio Prisco, morto a 22 anni.
Fu costruita, come ricorda un’iscrizione, sul suolo concesso dai decurioni che elargirono la somma di duemila sesterzi necessari per il funerale. A ridosso dell’importante porta che conduceva verso la campagna abitata a nord di Pompei, troviamo un’opera di ingegneria idraulica necessaria per l’approvvigionamento idrico della città.
Si tratta del cosiddetto Castellum Aquae dove veniva raccolta l’acqua portata da un ramo dell’acquedotto augusteo del Serino e da qui ripartita attraverso tre condotte nelle varie zone della città. E’ un’opera che segnò una svolta nelle abitudini e nelle comodità dei cittadini che, prima dell’acquedotto, utilizzavano acqua ricavata da falde di profondità o dalle vasche di raccolta dell’acqua piovana, recuperata attraverso gli impluvi delle case.
Appena fuori Porta Vesuvio sono state scavate alcune tombe di una necropoli. Di notevole interesse è la tomba dell’edile Caio Vestorio Prisco, morto a 22 anni.
Fu costruita, come ricorda un’iscrizione, sul suolo concesso dai decurioni che elargirono la somma di duemila sesterzi necessari per il funerale. A ridosso dell’importante porta che conduceva verso la campagna abitata a nord di Pompei, troviamo un’opera di ingegneria idraulica necessaria per l’approvvigionamento idrico della città.
Si tratta del cosiddetto Castellum Aquae dove veniva raccolta l’acqua portata da un ramo dell’acquedotto augusteo del Serino e da qui ripartita attraverso tre condotte nelle varie zone della città. E’ un’opera che segnò una svolta nelle abitudini e nelle comodità dei cittadini che, prima dell’acquedotto, utilizzavano acqua ricavata da falde di profondità o dalle vasche di raccolta dell’acqua piovana, recuperata attraverso gli impluvi delle case.