“Spazio destinato agli spettatori che corre tutto intorno all’arena” è la definizione letterale di anfiteatro. Chiamato semplicemente “edificio per gli spettacoli”, nell’iscrizione che ne ricorda la costruzione a spese di Caio Quinto Valgo e Marco Porzio, le due massime autorità di Pompei che edificarono agli inizi della colonia anche l’Odeion.
L’Anfiteatro pompeiano è ritenuto il più antico che si conosca. Fu realizzato in quest’area periferica della città relativamente libera da costruzioni per facilitarne l’accesso dall’esterno. Si costruì in un angolo delle mura di fortificazione, sfruttandone per due lati il terrapieno. Distribuite in tre ordini di posti, poteva ospitare circa 20.000 persone che assistevano a sanguinosi spettacoli con gladiatori e animali feroci.
Nell’Anfiteatro non si tenevano giochi nei mesi invernali e nel periodo di maggior caldo. Nelle giornate estive, per riparare gli spettatori dal sole, si stendenva sull’anfiteatro un velario di lino scuro, la cui presenza era pubblicizzata in calce all’annuncio degli spettacoli.
Sulla sommità della gradinata sono visibili, inseriti nel muro, degli anelli in pietra, nei quali venivano inseriti pali in legno che reggevano il velario. Alle gradinate superiori (summa cavea), si accedeva mediante alcune scale esterne che conducevano alla sommità dell’edificio. Da una galleria parallela al perimetro dell’arena e da qui, attraverso diverse scale, si raggiungevano le gradinate inferiori e quelle intermedie (ima e media cavea). Due corridoi conducevano dall’esterno direttamente alle estremità dell’arena ed erano utilizzati per l’ingresso dei carri. Le belve entravano da un piccolo varco al centro dell’arena.
“Spazio destinato agli spettatori che corre tutto intorno all’arena” è la definizione letterale di anfiteatro. Chiamato semplicemente “edificio per gli spettacoli”, nell’iscrizione che ne ricorda la costruzione a spese di Caio Quinto Valgo e Marco Porzio, le due massime autorità di Pompei che edificarono agli inizi della colonia anche l’Odeion.
L’Anfiteatro pompeiano è ritenuto il più antico che si conosca. Fu realizzato in quest’area periferica della città relativamente libera da costruzioni per facilitarne l’accesso dall’esterno. Si costruì in un angolo delle mura di fortificazione, sfruttandone per due lati il terrapieno. Distribuite in tre ordini di posti, poteva ospitare circa 20.000 persone che assistevano a sanguinosi spettacoli con gladiatori e animali feroci.
Nell’Anfiteatro non si tenevano giochi nei mesi invernali e nel periodo di maggior caldo. Nelle giornate estive, per riparare gli spettatori dal sole, si stendenva sull’anfiteatro un velario di lino scuro, la cui presenza era pubblicizzata in calce all’annuncio degli spettacoli.
Sulla sommità della gradinata sono visibili, inseriti nel muro, degli anelli in pietra, nei quali venivano inseriti pali in legno che reggevano il velario. Alle gradinate superiori (summa cavea), si accedeva mediante alcune scale esterne che conducevano alla sommità dell’edificio. Da una galleria parallela al perimetro dell’arena e da qui, attraverso diverse scale, si raggiungevano le gradinate inferiori e quelle intermedie (ima e media cavea). Due corridoi conducevano dall’esterno direttamente alle estremità dell’arena ed erano utilizzati per l’ingresso dei carri. Le belve entravano da un piccolo varco al centro dell’arena.