La casa è appartenuta a Quinto Poppeo della famiglia dei Poppei, di cui, probabilmente, faceva parte anche la seconda moglie di Nerone, Poppea Sabina. Ricalca su circa 2000 mq di superficie lo schema classico della casa romana con Atrio e Peristilio a cui si aggregano quartieri servili e termali.
Prima di ammirare il grande Peristilio occorre soffermarsi nell’Atrio dove, nell’angolo destro, è il Larario e nell’ambiente a sinistra (di fronte all’impluvium) vi sono le pareti affrescate con un trittico ispirato alla guerra di Troia.
A destra è la morte di Laocoonte strangolato dai serpenti insieme ai figli, a sinistra la resistenza di Cassandra al rapimento di Ulisse; infine, al centro, Cassandra che cerca di convincere i troiani a non far entrare in città il cavallo di legno.
Nel Peristilio è da notare, nell’angolo destro dopo il tablino, il salone con pavimento recante al centro un quadretto a Mosaico di scena del Nilo con pigmei che remano una barca. Inoltre, sulle pareti a fondo verde di quarto stile, scene di Centauri che rapiscono le donne dei Lapiti.
Sul lato destro del Peristilio si apre un corridoio che conduce alle cucine, ad alcuni ambienti interrati e all’orto. In questa zona fu rinvenuta una cassa nella quale erano stati conservati (in attesa del completamento dei restauri alla casa) 118 pezzi di suppellettile in argento, alcuni oggetti di oreficeria e qualche moneta.
Ritornati nel Peristilio, si incontra, poi, la zona termale in cui si riconosce il Calidarium con originale decorazione pavimentale a Mosaico e stucco dipinto alle pareti. Sul fondo del Peristilio si aprono quattro nicchie, di cui due a forma rettangolare e le altre a forma absidata. La prima a destra, decorata con pitture di secondo stile, presenta un altare dedicato al culto dei Lari, originariamente riprodotti in cinque sculture di legno o cera, da cui sono stati ricavati calchi in gesso.
Dopo una nicchia ad Abside vi è quella rettangolare contenente nella parete destra l’immagine del poeta Menandro, raffigurato seduto. Prima dell’angolo del Peristilio si osserva un cubicolo originariamente destinato a camera per due letti. Questa destinazione sarebbe confermata dalla posizione dei mosaici del pavimento, anche se non manca l’ipotesi che si tratterebbe di un deposito di libri poggiati su quattro scaffali.
Successivamente si entra nel quartiere rustico e servile dove vi erano celle per gli schiavi, depositi per il vino e stalle. Proseguendo lungo il Peristilio principale si trova l’ampio triclinio dove sono stati scavati alcuni muri di una precedente costruzione. Nel salone che si apre alla destra si scorgono i corpi di dodici scavatori clandestini giunti sul posto dopo la catastrofe del 79 d.C., certamente per saccheggiare gli oggetti preziosi della casa.
La casa è appartenuta a Quinto Poppeo della famiglia dei Poppei, di cui, probabilmente, faceva parte anche la seconda moglie di Nerone, Poppea Sabina. Ricalca su circa 2000 mq di superficie lo schema classico della casa romana con Atrio e Peristilio a cui si aggregano quartieri servili e termali.
Prima di ammirare il grande Peristilio occorre soffermarsi nell’Atrio dove, nell’angolo destro, è il Larario e nell’ambiente a sinistra (di fronte all’impluvium) vi sono le pareti affrescate con un trittico ispirato alla guerra di Troia.
A destra è la morte di Laocoonte strangolato dai serpenti insieme ai figli, a sinistra la resistenza di Cassandra al rapimento di Ulisse; infine, al centro, Cassandra che cerca di convincere i troiani a non far entrare in città il cavallo di legno.
Nel Peristilio è da notare, nell’angolo destro dopo il tablino, il salone con pavimento recante al centro un quadretto a Mosaico di scena del Nilo con pigmei che remano una barca. Inoltre, sulle pareti a fondo verde di quarto stile, scene di Centauri che rapiscono le donne dei Lapiti.
Sul lato destro del Peristilio si apre un corridoio che conduce alle cucine, ad alcuni ambienti interrati e all’orto. In questa zona fu rinvenuta una cassa nella quale erano stati conservati (in attesa del completamento dei restauri alla casa) 118 pezzi di suppellettile in argento, alcuni oggetti di oreficeria e qualche moneta.
Ritornati nel Peristilio, si incontra, poi, la zona termale in cui si riconosce il Calidarium con originale decorazione pavimentale a Mosaico e stucco dipinto alle pareti. Sul fondo del Peristilio si aprono quattro nicchie, di cui due a forma rettangolare e le altre a forma absidata. La prima a destra, decorata con pitture di secondo stile, presenta un altare dedicato al culto dei Lari, originariamente riprodotti in cinque sculture di legno o cera, da cui sono stati ricavati calchi in gesso.
Dopo una nicchia ad Abside vi è quella rettangolare contenente nella parete destra l’immagine del poeta Menandro, raffigurato seduto. Prima dell’angolo del Peristilio si osserva un cubicolo originariamente destinato a camera per due letti. Questa destinazione sarebbe confermata dalla posizione dei mosaici del pavimento, anche se non manca l’ipotesi che si tratterebbe di un deposito di libri poggiati su quattro scaffali.
Successivamente si entra nel quartiere rustico e servile dove vi erano celle per gli schiavi, depositi per il vino e stalle. Proseguendo lungo il Peristilio principale si trova l’ampio triclinio dove sono stati scavati alcuni muri di una precedente costruzione. Nel salone che si apre alla destra si scorgono i corpi di dodici scavatori clandestini giunti sul posto dopo la catastrofe del 79 d.C., certamente per saccheggiare gli oggetti preziosi della casa.