Era il tempio alla divinità a cui Silla dedicò la colonia chiamandola Cornelia Veneria Pompeianorum. La costruzione, interamente in marmo, sorgeva sul punto più panoramico della città, ben visibile dal mare.
Oggi ne restano poche tracce sia per la distruzione provocata dal terremoto del 62 d.C. che per una selvaggia spoliazione di materiali da costruzione avvenuta dopo la sepoltura del 79 d.C..
L’ingresso all’area sacra, delimitata da un alto muro, era nell’angolo nord-est su via Marina. Il tempio era su un podio di circa 30 x 15 metri, circondato da un porticato a doppio filare di colonne sui lati lunghi e ad una fila a nord. Dal lato orientale, ornato da due piedistalli con statue, si raggiungevano le case poste sotto le pendici della terrazza templare, destinate ai sacerdoti di Venere.
Era il tempio alla divinità a cui Silla dedicò la colonia chiamandola Cornelia Veneria Pompeianorum. La costruzione, interamente in marmo, sorgeva sul punto più panoramico della città, ben visibile dal mare.
Oggi ne restano poche tracce sia per la distruzione provocata dal terremoto del 62 d.C. che per una selvaggia spoliazione di materiali da costruzione avvenuta dopo la sepoltura del 79 d.C..
L’ingresso all’area sacra, delimitata da un alto muro, era nell’angolo nord-est su via Marina. Il tempio era su un podio di circa 30 x 15 metri, circondato da un porticato a doppio filare di colonne sui lati lunghi e ad una fila a nord. Dal lato orientale, ornato da due piedistalli con statue, si raggiungevano le case poste sotto le pendici della terrazza templare, destinate ai sacerdoti di Venere.