La porta di Nola, posta al termine di una delle principali strade della città, è collocata sull’estremo ciglio della collina pompeiana. E’ a pianta quadrata, con due avancorpi e con fornice ad arco su cui è innestata sul lato interno un’effige di Minerva.
All’esterno, lungo la cinta muraria, è stata trovata una necropoli dove lo scavo ha restituito alcuni monumenti sepolcrali di particolare interesse. Si tratta di tre tombe, di cui due a esedra semicircolare, in tufo nocerino, con agli estremi due zampe di leoni alati. Di queste, una è appartenuta, come si legge in un’iscrizione, a Aesquillia Polla, moglie di un duoviro, morta a 22 anni.
L’altra tomba è a recinto, entro cui era l’urna cineraria in vetro e il foro per le libagioni al defunto. Qui era sepolto Marco Obellio Firmo più volte amministratore di Pompei, la cui abitazione era poco lontano dalla Porta di Nola.
Nella stessa zona è stato scoperto un recinto che si presume dovesse servire come area di incenerimento dei defunti, e quattro sepolture, ricordate da stele funerarie, di soldati del Pretorio in servizio a Pompei.
La porta di Nola, posta al termine di una delle principali strade della città, è collocata sull’estremo ciglio della collina pompeiana. E’ a pianta quadrata, con due avancorpi e con fornice ad arco su cui è innestata sul lato interno un’effige di Minerva.
All’esterno, lungo la cinta muraria, è stata trovata una necropoli dove lo scavo ha restituito alcuni monumenti sepolcrali di particolare interesse. Si tratta di tre tombe, di cui due a esedra semicircolare, in tufo nocerino, con agli estremi due zampe di leoni alati. Di queste, una è appartenuta, come si legge in un’iscrizione, a Aesquillia Polla, moglie di un duoviro, morta a 22 anni.
L’altra tomba è a recinto, entro cui era l’urna cineraria in vetro e il foro per le libagioni al defunto. Qui era sepolto Marco Obellio Firmo più volte amministratore di Pompei, la cui abitazione era poco lontano dalla Porta di Nola.
Nella stessa zona è stato scoperto un recinto che si presume dovesse servire come area di incenerimento dei defunti, e quattro sepolture, ricordate da stele funerarie, di soldati del Pretorio in servizio a Pompei.