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Casa di Giulia Felice

Regio II   Insula 4.3

Le notevoli dimensioni e la particolare tipologia di questa casa la fanno definire “villa”. Si sviluppa su un territorio corrispondente a 2 insule, di cui un terzo è occupato dalla costruzione e la rimanente parte è destinata ad orto.

Dopo il terremoto del 62, creatasi la penuria di alloggi, la proprietaria di questa elegante e ricca abitazione, la signora Giulia Felice, figlia di Spurio, decise di metterne in fitto una parte. Aprì al pubblico anche i bagni privati, poichè in città era attiva solo una parte delle Terme del Foro. Fece dipingere sulla facciata un avviso di fitto in cui si precisava che “affittansi bagno elegante per gente perbene, botteghe con abitazione soprastante, appartamenti al primo piano”, indicando anche la durata massima della locazione in 5 anni, “dal 1° agosto prossimo, fino al 1° agosto dell’anno sesto”.

La casa fu suddivisa in tre parti. I bagni con ingresso da Via dell’Abbondanza, erano muniti di tutti gli accessori e di piscina all’aperto. L’abitazione della proprietaria si apriva verso uno straordinario giardino ornato da un canale d’acqua e delimitato da un porticato con originali colonne quadrangolari rivestite di marmo.

Infine vi erano le botteghe, alcune affacciavano su Via dell’Abbondanza, altre sulla traversa che conduceva alla Palestra Grande, dove tra l’altro è riconoscibile la zona della casa fittata ad inquilini. Le sculture che ornavano il giardino ed alcuni dipinti di questa abitazione sono al Museo Nazionale di Napoli, mentre un Affresco che raffigura Apollo e le Muse è al museo del Louvre di Parigi.

Le notevoli dimensioni e la particolare tipologia di questa casa la fanno definire “villa”. Si sviluppa su un territorio corrispondente a 2 insule, di cui un terzo è occupato dalla costruzione e la rimanente parte è destinata ad orto.

Dopo il terremoto del 62, creatasi la penuria di alloggi, la proprietaria di questa elegante e ricca abitazione, la signora Giulia Felice, figlia di Spurio, decise di metterne in fitto una parte. Aprì al pubblico anche i bagni privati, poichè in città era attiva solo una parte delle Terme del Foro. Fece dipingere sulla facciata un avviso di fitto in cui si precisava che “affittansi bagno elegante per gente perbene, botteghe con abitazione soprastante, appartamenti al primo piano”, indicando anche la durata massima della locazione in 5 anni, “dal 1° agosto prossimo, fino al 1° agosto dell’anno sesto”.

La casa fu suddivisa in tre parti. I bagni con ingresso da Via dell’Abbondanza, erano muniti di tutti gli accessori e di piscina all’aperto. L’abitazione della proprietaria si apriva verso uno straordinario giardino ornato da un canale d’acqua e delimitato da un porticato con originali colonne quadrangolari rivestite di marmo.

Infine vi erano le botteghe, alcune affacciavano su Via dell’Abbondanza, altre sulla traversa che conduceva alla Palestra Grande, dove tra l’altro è riconoscibile la zona della casa fittata ad inquilini. Le sculture che ornavano il giardino ed alcuni dipinti di questa abitazione sono al Museo Nazionale di Napoli, mentre un Affresco che raffigura Apollo e le Muse è al museo del Louvre di Parigi.

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