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Germanico, quando la Germania
May 23, 2018 | Storia Romana

Germanico, quando la Germania "rischiò" di diventare romana

Sono molti a credere che l’esperienza romana in Germania si sia conclusa con la battaglia di Teutoburgo. Dopo la perdita delle tre legioni guidate dal generale romano Varo, massacrate in un’imboscata nella selva tedesca nel 9 d.C.; Roma avrebbe infatti definitivamente messo la parola fine al desiderio di espandere i confini in quella che veniva definita “Germania Magna“. Augusto cercò infatti di cancellare per sempre dalla memoria dei romani una siffatta umiliazione, ed ordinò nel suo testamento di non espandere ulteriormente i confini già raggiunti.

Erano passati solo 6 anni dalla sconfitta, quando uno dei più formidabili generali romani, Germanico, assieme al suo luogotenente Cecina, ritornò con 8 legioni in quei luoghi, con un preciso scopo: vendicare l’onore di Roma. Riuscendo a sconfiggere le popolazioni dei Marsi e dei Catti, ma soprattutto ad arrivare nei pressi del fiume Weser, faccia a faccia con il vecchio nemico Arminio, il germano formatosi nell'esercito romano ispiratore del massacro di Teutoburgo.

Germanico Giulio Cesare (24 maggio 15 a.C. – Antiochia di Siria, 10 ottobre 19 d.C.), meglio conosciuto semplicemente come Germanico, nacque con il nome di Nerone Claudio Druso, da Druso maggiore, figlio dell'imperatrice Livia Drusilla, e Antonia minore, nipote di Augusto. Ricevette il cognomen Germanicus in seguito ai successi del padre, comandante in Germania tra il 12 ed il 9 a.C..

Mutò il nome originario in quello di Germanico Giulio Cesare in seguito alla sua adozione nella gens Iulia. Quando Tiberio, al suo ritorno dall'esilio volontario, fu adottato da Augusto, Il princeps lo costrinse, però, ad adottare a sua volta il nipote Germanico, sebbene Tiberio avesse già un figlio.

Nello stesso anno (nel 4), a Germanico fu data in moglie Agrippina maggiore, nipote di Augusto, dalla quale ebbe nove figli, tra cui: Agrippina minore, moglie e nipote di Claudio e madre del futuro imperatore, Nerone.

LA SPEDIZIONE IN GERMANIA: LA MANCATA ANNESSIONE

Nel 15 d.C. dopo aver ottenuto l’assenso dell’imperatore Tiberio, Germanico condusse 12.000 uomini nelle foreste germaniche, deciso a riconquistare il terreno perduto fino all’Elba. Mentre muoveva le proprie truppe di terra, una poderosa flotta romana aggirava la linea costiera a nord, pronta a ricongiungersi sull’Elba con le forze del generale romano. Recuperate le insegne delle legioni perdute, seppelliti in fretta e furia i morti e punito Arminio, re dei Cheruschi (principali responsabili della disfatta a Teutoburgo), Germanico riuscì nonostante mille difficoltà ad avere ragione dei germani dopo una guerra durata tre anni e durante la quale, in un campo militare, nacque il futuro imperatore Caligola (chiamato così in virtù dei caligae, i calzari militari usati dai legionari).

Le campagne militari non riuscirono però a riportare i territori tra Reno ed Elba sotto il dominio romano. Egli riuscì a recuperare due delle tre aquile perdute nella battaglia di Teutoburgo, ed a battere la coalizione germanica, anche se non con una vittoria determinante. Tiberio, malgrado le aspettative del giovane generale, ritenne opportuno rinunciare a nuovi piani di conquista di quei territori. Ma soprattutto la Germania, terra selvaggia e primitiva, era un territorio inospitale, ricoperto da paludi e foreste, con limitate risorse naturali (a quel tempo conosciute) e, quindi, non particolarmente appetibile da un punto di vista economico. La Germania risultava così perduta per sempre e Germanico fu richiamato al termine del 16. Tiberio riteneva che i confini imperiali dovessero rimanere sul fiume Reno e che del fiume Elba non se ne facesse più menzione. La sua volontà, per quanto contraria a quella del nipote, concordava perfettamente con quanto aveva indicato Augusto, che ammoniva nel non superare i confini dei fiumi Reno e Danubio.

Statua bronzea di Germanico, esposta nel Museo civico di Amelia a Terni
Stampa raffigurante la strage di Teutoburgo del 9 d.C.
Treviri. Una delle città romane più antiche della Germania
May 23, 2018 | Storia Romana

Germanico, quando la Germania "rischiò" di diventare romana

Sono molti a credere che l’esperienza romana in Germania si sia conclusa con la battaglia di Teutoburgo. Dopo la perdita delle tre legioni guidate dal generale romano Varo, massacrate in un’imboscata nella selva tedesca nel 9 d.C.; Roma avrebbe infatti definitivamente messo la parola fine al desiderio di espandere i confini in quella che veniva definita “Germania Magna“. Augusto cercò infatti di cancellare per sempre dalla memoria dei romani una siffatta umiliazione, ed ordinò nel suo testamento di non espandere ulteriormente i confini già raggiunti.

Erano passati solo 6 anni dalla sconfitta, quando uno dei più formidabili generali romani, Germanico, assieme al suo luogotenente Cecina, ritornò con 8 legioni in quei luoghi, con un preciso scopo: vendicare l’onore di Roma. Riuscendo a sconfiggere le popolazioni dei Marsi e dei Catti, ma soprattutto ad arrivare nei pressi del fiume Weser, faccia a faccia con il vecchio nemico Arminio, il germano formatosi nell'esercito romano ispiratore del massacro di Teutoburgo.

Germanico Giulio Cesare (24 maggio 15 a.C. – Antiochia di Siria, 10 ottobre 19 d.C.), meglio conosciuto semplicemente come Germanico, nacque con il nome di Nerone Claudio Druso, da Druso maggiore, figlio dell'imperatrice Livia Drusilla, e Antonia minore, nipote di Augusto. Ricevette il cognomen Germanicus in seguito ai successi del padre, comandante in Germania tra il 12 ed il 9 a.C..

Mutò il nome originario in quello di Germanico Giulio Cesare in seguito alla sua adozione nella gens Iulia. Quando Tiberio, al suo ritorno dall'esilio volontario, fu adottato da Augusto, Il princeps lo costrinse, però, ad adottare a sua volta il nipote Germanico, sebbene Tiberio avesse già un figlio.

Nello stesso anno (nel 4), a Germanico fu data in moglie Agrippina maggiore, nipote di Augusto, dalla quale ebbe nove figli, tra cui: Agrippina minore, moglie e nipote di Claudio e madre del futuro imperatore, Nerone.

LA SPEDIZIONE IN GERMANIA: LA MANCATA ANNESSIONE

Nel 15 d.C. dopo aver ottenuto l’assenso dell’imperatore Tiberio, Germanico condusse 12.000 uomini nelle foreste germaniche, deciso a riconquistare il terreno perduto fino all’Elba. Mentre muoveva le proprie truppe di terra, una poderosa flotta romana aggirava la linea costiera a nord, pronta a ricongiungersi sull’Elba con le forze del generale romano. Recuperate le insegne delle legioni perdute, seppelliti in fretta e furia i morti e punito Arminio, re dei Cheruschi (principali responsabili della disfatta a Teutoburgo), Germanico riuscì nonostante mille difficoltà ad avere ragione dei germani dopo una guerra durata tre anni e durante la quale, in un campo militare, nacque il futuro imperatore Caligola (chiamato così in virtù dei caligae, i calzari militari usati dai legionari).

Le campagne militari non riuscirono però a riportare i territori tra Reno ed Elba sotto il dominio romano. Egli riuscì a recuperare due delle tre aquile perdute nella battaglia di Teutoburgo, ed a battere la coalizione germanica, anche se non con una vittoria determinante. Tiberio, malgrado le aspettative del giovane generale, ritenne opportuno rinunciare a nuovi piani di conquista di quei territori. Ma soprattutto la Germania, terra selvaggia e primitiva, era un territorio inospitale, ricoperto da paludi e foreste, con limitate risorse naturali (a quel tempo conosciute) e, quindi, non particolarmente appetibile da un punto di vista economico. La Germania risultava così perduta per sempre e Germanico fu richiamato al termine del 16. Tiberio riteneva che i confini imperiali dovessero rimanere sul fiume Reno e che del fiume Elba non se ne facesse più menzione. La sua volontà, per quanto contraria a quella del nipote, concordava perfettamente con quanto aveva indicato Augusto, che ammoniva nel non superare i confini dei fiumi Reno e Danubio.

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