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Casa degli Amorini Dorati

Regio VI   Insula 16.7-30

Nell’Insula triangolare prospiciente la Casa dei Vettii, con ingresso da via Vesuvio, è la casa appartenuta alla ricca gens Poppaea, forse la famiglia della seconda moglie di Nerone.

L’originale decorazione del cubicolo che si trova vicino il tempietto dei lari ha dato il nome alla casa. Infatti, sono stati trovati, incastonati nell’intonaco, alcuni dischetti di vetro che portavano sul retro una foglia d’oro dov’erano incisi degli amorini. Insolito lo schema della casa che presenta l’Atrio con tablino e nessun cubicolo ai lati, il tutto decentrato rispetto al resto dell’abitazione che, invece, si articola elegantemente intorno al Peristilio con giardino. Quest’ultimo si presentava sovraccarico di statuette, erme, animali scolpiti, maschere teatrali incassate nei muri e sospese, insieme ai medaglioni contro il malocchio, tra le colonne.

Tutti oggetti erano di gusto raffinato e conferivano un’atmosfera magica alla casa. Il portico – lungo il quale vi è il Larario e, in un angolo, il sacello dedicato alla triade egizia di Arpocrate, Iside e Serapide – segue una naturale differenza di quota e presenta la parte occidentale sopraelevata.

Quì si trova il triclinio con i letti in muratura e due stanze ben decorate: quella di sinistra, con un orto retrostante, presenta su fondo bianco la raffigurazione delle stagioni, mentre l’altra (che ha sul retro la cucina) è decorata con soggetti amorosi quali Leda con il Cigno, Venere pescatrice e Atteone che spia Diana al bagno. Entrambi gli ambienti hanno volte a cassettoni di originale bellezza.

Casa degli Amorini Dorati
Raro particolare di una volta a cassettoni decorata a stucco
L?originale decorazione del cubicolo dove sono stati trovati gli amorini dorati
Il peristilio del giardino
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