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Villa Imperiale

Regio VIII   Insula 1.a

Si tratta di una delle case signorili della prima età imperiale, costruite a ridosso della cinta muraria, in una posizione panoramica sul golfo di Napoli. La residenza si articola sul naturale declivio della collina dove sorse Pompei, attraverso terrazze su cui sono distribuiti i diversi ambienti.

Distrutta dal terremoto del 62 d.C. non fu mai ricostruita; restano visibili alcuni spazi significativi quali il porticato di circa 80 metri, composto da 43 monconi di colonne che originariamente erano in stucco bianco scanalato e si stagliavano sul muro di fondo decorato a pannelli neri con quadretti, poi staccati in un “saccheggio” avvenuto nel settecento. Il portico conduceva in una zona ad ovest destinata al soggiorno, di cui restano un ampio salone triclinare (6 x 8.80 mt.), un’alcova con finestre sul mare ed altre sale minori.

Il vestibolo e la volta del salone presentano cassettoni rettangolari e ottogonali con figure a rilievo e sono decorate in quarto stile. Appartiene invece al terzo stile la decorazione delle tre pareti, dove, dopo una zoccolatura e un fregio di amorini e tralci, campeggiano, nella parte mediana colorata con il tipico rosso Cinabro, quadri figurati racchiusi in edicole, ispirati a modelli ellenistici. Nella parete di fondo è rappresentata la leggenda di Teseo che abbatte il Minotauro, in quella di sinistra ancora Teseo che abbandona Arianna e nella parete di destra il volo di Dedalo e la caduta di Icaro. Chiudono in sommità una serie di quadretti con sportelli.

Si tratta di una delle case signorili della prima età imperiale, costruite a ridosso della cinta muraria, in una posizione panoramica sul golfo di Napoli. La residenza si articola sul naturale declivio della collina dove sorse Pompei, attraverso terrazze su cui sono distribuiti i diversi ambienti.

Distrutta dal terremoto del 62 d.C. non fu mai ricostruita; restano visibili alcuni spazi significativi quali il porticato di circa 80 metri, composto da 43 monconi di colonne che originariamente erano in stucco bianco scanalato e si stagliavano sul muro di fondo decorato a pannelli neri con quadretti, poi staccati in un “saccheggio” avvenuto nel settecento. Il portico conduceva in una zona ad ovest destinata al soggiorno, di cui restano un ampio salone triclinare (6 x 8.80 mt.), un’alcova con finestre sul mare ed altre sale minori.

Il vestibolo e la volta del salone presentano cassettoni rettangolari e ottogonali con figure a rilievo e sono decorate in quarto stile. Appartiene invece al terzo stile la decorazione delle tre pareti, dove, dopo una zoccolatura e un fregio di amorini e tralci, campeggiano, nella parte mediana colorata con il tipico rosso Cinabro, quadri figurati racchiusi in edicole, ispirati a modelli ellenistici. Nella parete di fondo è rappresentata la leggenda di Teseo che abbatte il Minotauro, in quella di sinistra ancora Teseo che abbandona Arianna e nella parete di destra il volo di Dedalo e la caduta di Icaro. Chiudono in sommità una serie di quadretti con sportelli.

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