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Tempio di Giove Melichio (Asclepio)

Regio VIII   Insula 7.25

L’attribuzione del tempio si deve ad un’iscrizione in lingua osca rinvenuta su Porta di Stabia. Questo culto ebbe un seguito a Pompei per i rapporti commerciali esistenti con la Magna Grecia dove era diffuso. Nel cortile era posto un altare in tufo di Nocera, databile tra il III e il II sec. a.C..

Su un alto podio si elevava il tempio che presentava quattro colonne corinzie sul fronte e due sul lato, dietro le quali era la cella in cui sono state trovate statue in terracotta di Giove e Giunone ed un busto di Minerva.

Il ritrovamento delle divinità della triade capitolina, venerate nel Capitolium nel Foro, ha fatto ritenere che il loro culto fosse stato trasferito momentaneamente in questo luogo dopo il terremoto del 62 d.C., in attesa del completamento dei lavori di restauro del tempio principale.

L’attribuzione del tempio si deve ad un’iscrizione in lingua osca rinvenuta su Porta di Stabia. Questo culto ebbe un seguito a Pompei per i rapporti commerciali esistenti con la Magna Grecia dove era diffuso. Nel cortile era posto un altare in tufo di Nocera, databile tra il III e il II sec. a.C..

Su un alto podio si elevava il tempio che presentava quattro colonne corinzie sul fronte e due sul lato, dietro le quali era la cella in cui sono state trovate statue in terracotta di Giove e Giunone ed un busto di Minerva.

Il ritrovamento delle divinità della triade capitolina, venerate nel Capitolium nel Foro, ha fatto ritenere che il loro culto fosse stato trasferito momentaneamente in questo luogo dopo il terremoto del 62 d.C., in attesa del completamento dei lavori di restauro del tempio principale.

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